Quelle cartoline (amare) che offendono un intero territorio
Stanno facendo il giro della rete le cartoline (amare) di Somma Vesuviana. Scene di monnezza quotidiana, o meglio monnezza accumulata quotidianamente, in alcune strade della periferia sommese. A confezionarle Antonio Angri, cittadino tra i cittadini che probabilmente, quando i magnifici ed onnipresenti tesori della cultura del territorio, venduti a destra e manca manco fossero gli scavi di Pompei, saranno pronti per essere svelati all’universo, potrà costruire una holding di souvenir tanto è bravo. Ma dicevamo delle cartoline. Fotografie di via Bianchetto, via Malatesta, strade di raccordo, di campagna, dove gli uomini-barbari (nel senso spregiativo del termine) danno il peggio di sé. Le immagini scabrose, e per certi versi geniali tanto incidono nella loro semplice e disarmante Verità, sono corredate da una didascalia scarna: “Saluti da Somma Vesuviana”. Saluti e baci aggiungerei io, tanto è cupo il cielo sotto il ponte della ss268 di via Colle ingozzato di sacchetti di plastica dai passeggiatori della monnezza. Con buona pace dei cantori della pulizia del condominio sommese i quali si risvegliano nudi in mezzo alle loro viuzze sterrate e sporche. Cantori a cui restano in mano le budella di un tempo andato, attenti a non immaginare il loro crepuscolo sporco come un qualsiasi luogo desolante del mondo. Una desolazione che parte nella testa di chi inficia la natura con quella monnezza e finisce lentamente nella negligenza di chi quei posti dovrebbe accudirli, sorvegliarli, e ri-pulirli. Amministratori spuntati, cittadini distratti, associazioni in letargo, tutti persi in un territorio relativamente vasto che nelle sue periferie soffoca sotto il peso sprezzante dei sacchetti, dell’amianto, dei calcinacci, dei pneumatici. L’Angri delle cartoline porta lo stesso cognome dell’Angri assessore all’Ambiente. Destini incrociati di un cittadino denunciante, con l’amarezza nel cuore, e di un amministratore portato su in città come una sorta d’icona della formula più desolante inventata dal berlusconesimo: “La politica del fare”. Certo addossargli tutte le colpe sarebbe un torto intellettuale evidente visto che una comunità è tale perché condivide insieme gli onori e gli orrori. Ed allora le cartoline amare andrebbero dedicate anche a quelli che hanno “la faccia girata”, o a coloro i quali oggi tentano piroette pur di farsi cucire addosso vestiti nei partiti, per riprendersi lo scrannetto a Palazzo Torino. Per recuperare il tempo perduto, ma non per cancellare dal bazar dei souvenir quelle orribili cartoline. A loro, di quelle e più in generale del territorio, dell’ambiente, dei sentimenti di chi è angosciato dal presente e dall’avvenire, delle viuzze strette e tortuose violentate, non interessa. L’importante è l’efferata conquista del Potere, somma di numeri e sottrazione d’idee, che logora chi non ce l’ha e trasforma chi invece ne fa uso. Con tanti saluti (e baci) da Somma Vesuviana, condominio del mondo, sporco e lentamente intristitosi come tanti condomini del mondo.
Aforisma: Ogni civiltà ha la spazzatura che si merita. G.D., Querelles de famille, 1932
Musiche: Aint’Got No, I Got Life… Nina Simone
pensate alla mia rabbia alla mia tristezza vedere la mia terra in queste condizioni, pensate quando pago le rate TARSU , perche’ tutto l’importo in una sola rata e’ molto oneroso ,indovinate un po’ dove abito?Li voglio vedere morti nell’anima i colpevoli,come lo sono io in questo momento,appoggio pienamente il vostro impegno
Bello l’articolo, triste ma profondamente vero, io abito un po’ più a sud, in Lucania a Maratea che non è da meno in fatto di spazzatura….ci vorrebbe anche qui qualcuno come Antonio Angri per preparare delle cartoline simili a quelle di Somma…
SCUSA MA QUESTE FOTO SONO SOLO LìINIZIO MA QUELLE DELLA DISCARICA CHE SI SONO PROPOSTE ALL’ISTITUZIONE NON CI STANNO