Somma Vesuviana, la Battaglia di Lepanto delle prossime amministrative
Con ogni probabilità questo è il momento più delicato della storia politica sommese degli ultimi trent’anni. Un momento, volendo fare un paragone storico azzardato, che potrebbe somigliare al preludio della battaglia di Lepanto del 1571. Da un lato l’Impero Ottomano, rappresentato dall’attuale amministrazione guidata dal sindaco Raffaele Allocca, egemonica a Somma, proprio come i musulmani in parte del Mediterraneo nel 500′, mentre dall’altro la Lega Santa che raccoglieva quella parte di regni europei (dall’Impero Spagnolo al Granducato di Toscana) postisi sotto il vessillo della cristianità e rappresentata oggi da Pd, Udc, Polis, Popolari per il Buongoverno, Verdi, Psi etc…. Ora bisognerà capire chi sarà il Don Giovanni d’Austria che guiderà i vascelli cristiani nello scontro elettorale del 26 e 27 maggio prossimi e quali saranno le flotte che lo accompagneranno. Giuseppe Auriemma, Pasquale Piccolo o magari un outsider last-minute sono quelli maggiormente indiziati per il ruolo che fu del condottiero e diplomatico spagnolo (Lorenzo Metodio sembrerebbe inalato verso un altro percorso politico). In ballo c’è il governo cittadino, o forse qualcosa di più. Alle prossime amministrative infatti, a mio modestissimo parere, in molti si giocano carriera e credibilità personale (ad esclusione dei soliti noti saltimbanco, quelli sono buoni per imbucarsi sempre, dovunque e comunque). Innanzitutto Raffaele Allocca. Nel suo settennato, con maggioranze politiche e governative diverse a sostenerne l’azione, la maggior parte dei politici cittadini ha avuto a che fare con lui. Chi più e chi meno hanno testato (e tastato) il suo stile di governo (e qualche prebenda). Ora il sindaco si gioca la sua ultima possibilità, partendo da una oggettiva posizione di vantaggio, ma sapendo che in casa ha degli scricchiolii, più o meno pesanti, più o meno manifesti. O Re o nulla. Chi si gioca molto sono anche i due segretari cittadini di Pd ed Udc, Gino Cimmino e Carmine Mocerino. Nonostante il basso profilo pubblico mantenuto in questa fase, entrambi sanno che proprio in casa loro non possono toppare. All’ultima spiaggia sembra essere anche Pasquale Piccolo che rincorre ormai da anni un seggio di peso (dalle provinciali, ad un assessorato in città, passando per questa candidatura a sindaco). Pure Paola Raia è sotto i riflettori. Lei, consigliere regionale e commissario cittadino del Pdl, ha in corso un braccio di ferro con Raffaele Allocca e i suoi sulla leadership pidiellina in città. Della partita è anche il deputato nolano Paolo Russo che su Allocca, e qualche frangia della sua amministrazione, ha investito parecchio in questi anni (naturalmente è stato ben ricambiato). Chi però ha la spada di Damocle in testa sono anche le dirigenze di molti partiti sommesi. Dopo cinque anni di opposizione inadeguata al governo di centrodestra (altro fatto che forse non si ripeterà più nella storia di questo paese) e di zero proposte per il territorio in molti sono all’ultimo giro. Insomma, la sfida per raccogliere i circa 40-50mila voti, il numero è così elevato per la legge della doppia preferenza uomo-donna, sarà campale. Ah, ovviamente la battaglia di Lepanto (che ho semplificato all’eccesso per ovvi motivi), al di là delle rappresentazioni artistiche celebrative della vittoria cristiana, vide vincitore la Lega Santa, ma l’Impero Ottomano riuscì a resistere (e lentamente a declinare). Musulmani e cristiani continuarono a convivere come avevano fatto fino ad allora. Più o meno poco pacificamente.
Fonte immagine: rete
Fonte storica: Lepanto-la battaglia dei tre imperi. Autore Alessandro Barbero. Editori Laterza, 24 euro.
Non c’è dubbio che l’immagine che hai evocato affascina; ma, onestamente, mi appare un po’ esagerata e, forse, non perfettamente aderente a quello che si sta prospettando. Più che all’epica battaglia di Lepanto, infatti, l’attuale situazione sommese lascerebbe pensare più ad un Termidoro, con protagonisti, però, ideologicamente diversi; ma con gli stessi effetti. Come ha detto poco tempo fa uno che certamente non è comunista, va ricordato che il Termidoro seppellì il giacobinismo ma evitò anche la controrivoluzione (che, poi, qui a Somma, sarebbe una vera e propria rivoluzione)!